ASSEMBLEA GENERALE
Seduta del 22.10.99
Voto n. 292
OGGETTO:
Aeroporto di ROMA FIUMICINO.Interventi per la riqualifica strutturale
ed operativa delle infrastrutture di volo della pista 16L/34R.
L’ASSEMBLEA
VISTA la nota 23.07.1999 n. 202139 con la quale l’Ente Nazionale
per l’Aviazione Civile - Struttura - Direzione Generale dell’Aviazione
Civile - Ufficio 21 - Progetti e Collaudi ha sottoposto ad esame alcuni
quesiti inerenti i lavori di cui trattasi;
ESAMINATI gli atti;
UDITA la Commissione relatrice (ROSSI, BARONCINI, BRACCHI, MAZZIOTTA,
BURGHIGNOLI, CUCCIOLETTA, DI MINO, DIPACE, DOMENICHINI, MACERI, PARISE
D., PIACENTINI, PRESTININZI, VIGGIANI).
PREMESSO
L’Aeroporto di Roma Fiumicino è attualmente dotato di tre piste
di volo di cat. 4E (la massima prevista dal Codice Interregionale ICAO):
- pista n. 1 (16 R - 34 L), parallela alla costa e di lunghezza 3.900
m;
- pista n. 2 (07 - 25), ortogonale alla costa e di lunghezza 3.300
m;
- pista n. 3 (16 L - 34 R), anch’essa parallela alla costa ma più
interna, di lunghezza 3.900 m.
L'agibilità della pista 16L/34R rappresenta un elemento essenziale
per l'operatività dell'aeroporto di Fiumicino in termini di offerta
di capacità e di compatibilità ambientale, con una utilizzazione
di circa l’82% dei movimenti di atterraggio e di circa l’1,6% dei movimenti
di decollo, rispetto al totale dei movimenti dell'aeroporto.
Gran parte delle infrastrutture di volo della pista insiste su terreni
altamente compressibili a comportamento viscoso, soggetti fin dall'inizio
della loro costruzione a notevoli fenomeni di consolidazione.
All’epoca della costruzione della pista 16L/34R (1970) si immaginava
di scontare rapidamente il cedimento causato dalla compressione degli strati
presenti nei 10 m di terreno immediatamente sottostanti il piano di campagna.
A tal fine vennero realizzati dreni verticali in sabbia, della lunghezza
appunto di 10 m, e venne applicato un precarico temporaneo. Si prevedeva
che i successivi cedimenti, dovuti alla consolidazione degli strati argillosi
profondi non interessati dai dreni, fossero relativamente uniformi e dell’ordine
di soli 5÷8 cm nei quindici anni successivi alla costruzione (0,3÷0,5
cm/anno). Cedimenti così ridotti venivano ritenuti tali da non pregiudicare
la funzionalità dell’opera e da poter essere agevolamente compensati
con modesti interventi di risagomatura delle piste, effettuati ad intervalli
di tempo relativamente lunghi.
I cedimenti effettivamente verificatisi sono stati più elevati
di quelli attesi. Dall’inizio della costruzione (1970) si sono registrati
cedimenti compresi fra 1 m e 3 m circa. A partire dall’entrata in esercizio
della pista (1974) i cedimenti verificatisi sono compresi fra 0,9 e 1,8
m circa, con velocità media compresa fra 4,5 e 9 cm/anno, e cioè
da 15 a 20 volte maggiore di quella attesa. Inoltre i cedimenti effettivamente
verificatisi sono stati tutt’altro che uniformi. Si sono registrati significativi
cedimenti differenziali sia in senso longitudinale, per effetto delle variazioni
stratigrafiche del sottosuolo, sia in senso trasversale, con una sconfigurazione
della sagoma della pista. Ciò ha costretto a ripetuti interventi
di ripristino e risagomatura, che hanno raggiunto, in alcuni tratti, anche
spessori totali dell’ordine di 1 m, i quali, a loro volta, hanno comportato
l’applicazione di ulteriori carichi e quindi hanno innescato ulteriori
cedimenti. Significative risagomature, fra le altre, sono state eseguite
nel 1986 e nel 1993; in occasione di quest’ultima, le osservazioni dei
cedimenti portavano a prevedere la necessità di ulteriori interventi,
per la ripresa del profilo longitudinale, dopo un intervallo di tempo di
soli due o tre anni.
Le perdite di quota delle aree pavimentate e le dissagomature connesse
hanno anche inciso sull'efficienza del sistema di drenaggio delle acque
meteoriche con conseguente rischio di non rispetto del franco idraulico,
in presenza di eventi di una certa entità, e dell'insorgere di possibili
fenomeni di aquaplaning.
La Società Aeroporti di Roma, concessionaria della gestione
del sistema aeroportuale romano, programmò pertanto un intervento
radicale di riqualifica strutturale ed operativa delle infrastrutture di
volo della citata pista, con finanziamento a propria cura e spese, e quindi
procedette alla sua progettazione, datata giugno 1996.
Con nota 16.12.1996 n. 210544 , e successive integrazioni trasmesse
con nota 4.3.97, n. 201659, il Ministero dei Trasporti e della Navigazione
richiese il parere di questo Consesso sul progetto definitivo degli interventi
per la riqualifica strutturale ed operativa delle infrastrtture di volo
della pista 16L/34R.
Il progetto definitivo, esaminato dall’Assemblea Generale nella seduta
del 21.3.1997, rappresentava lo sviluppo del progetto preliminare, datato
agosto 1994, nel quale era stata operata la scelta di intervento tra due
scenari possibili:
- procedere a periodici interventi manutentivi di risagomatura, accettando
a priori che nuovi cedimenti assoluti e differenziali vadano a sommarsi
a quelli già in corso;
- realizzare un radicale intervento di ripristino che garantisca nel
tempo alla pista una continua funzionalità.
I due scenari erano stati valutati anche nei riguardi della coerenza con
le ipotesi di sviluppo aeroportuale e delle implicazioni di carattere aeronautico,
geotecnico, idraulico, costruttivo, ambientale ed economico.
Il primo scenario era in sintesi la riproposizione degli stessi interventi
già effettuati nel passato e che avevano dimostrato scarsa efficienza
ai fini della soluzione del problema.
I progettisti optarono per l’intervento di ripristino strutturale della
pista e scelsero una tecnologia di intervento riconducibile all’alleggerimento
del rilevato della pista con la compensazione totale dei sovraccarichi
indotti sul terreno di sedime, in modo tale da determinare uno scarico
tensionale nel terreno e quindi di arrestare i fenomeni di consolidazione
in corso.
La tecnologia consiste nella sostituzione di parte del materiale costituente
il rilevato della pista, prevalentemente ghiaia e sabbia (aventi un peso
di volume totale di circa 2 t/mc), con materiali più leggeri al
fine di decomprimere il terreno di fondazione, arrestando i cedimenti di
tipo viscoso in atto o comunque contenendoli entro valori minimi e perfettamente
compatibili con la funzionalità delle infrastrutture, per tempi
che superano largamente qualsiasi periodo di vita utile dell'opera.
Fra i vari materiali disponibili sul mercato, l'argilla espansa fu
ritenuta il materiale più affidabile, di semplice uso, di maggiore
disponibilità ed economicità sul mercato; i progettisti,
a tal fine, fecero riferimento alla positiva sperimentazione ottenuta in
terreni equivalenti a quelli del sedime della pista di volo 16L/34R e precisamente:
- l'autostrada Roma-Civitavecchia, tratto di 1,5 km dallo svincolo
d'ingresso dell'autostrada Roma-Fiumicino, anno di realizzazione 1989/1990;
- la stazione di servizio Q8 Magliana Sud, anno di realizzazione 1990;
- i nuovi parcheggi lunga sosta aeroporto di Fiumicino, anno di realizzazione
1994;
- il nuovo raccordo piste 07/25 e 16L/34R (rullaggio "C").
L'analisi delle diverse tecnologie indagate per l'arresto dei fenomeni
di consolidazione, ha portato i progettisti a preferire la soluzione con
alleggerimento degli strati del rilevato e sovrastrutture mediante l'uso
di argilla espansa per le seguenti motivazioni:
- affidabilità dei risultati dell'intervento, data la semplicità
dell'ipotesi di comportamento del terreno a base dei calcoli di compenso
e la diretta applicabilità e flessibilità delle modalità
di esecuzione;
- disponibilità immediata dei materiali da impiegare;
- sperimentata validità delle caratteristiche dei materiali
e di interventi già effettuati in terreni similari;
- semplicità nelle modalità esecutive e certezza nei
tempi di realizzazione.
L’ipotesi progettuale prospettata avrebbe imposto la chiusura al traffico
della pista per un lungo periodo; i progettisti presero, quindi, in considerazione
la necessità di ristrutturare la esistente e parallela via di rullaggio
"D" a pista sussidiaria, con sagoma trasversale portante e profili longitudinali
in accordo agli standards ICAO per una pista di categoria 3-C, idonea ad
accogliere aeromobili con apertura alare dai 24 ai 36 m e carreggiata del
carrello principale compresa tra i 6 ed i 9 m; caratteristiche queste della
classe di aeromobili tipo MD 80 e AB 321, per i quali è richiesta
una lunghezza di pista non superiore a 1.800 m. La soluzione peraltro è
coerente con le esigenze dell’Ente gestore che aveva evidenziato che la
ristrutturazione della pista di rullaggio "D" a pista sussidiaria costituisce
un'anticipazione di un adeguamento necessario a qualificarla per accogliere
il futuro traffico di aeromobili a grandissima capacità (oltre 600
posti). Questi, infatti, necessitano di vie di rullaggio con caratteristiche
di configurazione pari a quelle di una pista di categoria C per la quale
è richiesta una sagoma portante di 30 m e banchine laterali di 12
m (Federal Aviation Administration Advisory Circular 150/5300-13 caratteristiche
delle vie di rullaggio per aeromobili della classe VI e raccomandazioni
della Airport Council International).
Nel passaggio dal progetto preliminare a quello definitivo, furono
sviluppati tutti gli aspetti tecnici ed economici necessari alla definizione
progettuale della soluzione prescelta, con gli adeguamenti resi possibili
dall’esperienza acquisita nell’esecuzione ed ultimazione dei lavori della
nuova bretella di raccordo tra le piste 07/25 e 16L/34R.
La realizzazione di questa bretella ha consentito di valutarne positivamente
il prolungamento fino al raccordo "DD" che permette, tra le varie ipotesi
analizzate per la realizzazione della pista sussidiaria, di utilizzare,
senza particolari interventi strutturali e soprattutto senza espropri di
aree esterne al sedime aeroportuale, la via di rullaggio "D" come pista
sussidiaria di Codice ICAO 3-C, con utilizzo per atterraggi sia da Nord
che da Sud.
Le opere oggetto del progetto definitivo esaminato riguardavano:
- prolungamento della via di rullaggio "C" fino al raccordo "DD" con
gli stessi criteri costruttivi del progetto attualmente in esecuzione;
- predisposizione della via di rullaggio "D" a pista di volo sussidiaria
con opere di manutenzione ordinaria ed installazione degli aiuti visivi
luminosi;
- riqualifica strutturale della pista di volo 16L/34R nei tratti interessati
dai cedimenti, per circa 3.000 m., mediante l'asportazione della sovrastruttura
in conglomerato bituminoso e del corpo del rilevato, e la loro sostituzione
con miscele di materiali di minor peso di volume, in modo tale da consentire,
rispetto alla condizione attuale, una riduzione dello stato tensionale
esistente, con cedimenti residui calcolati in ~
15 cm. a 50 anni dal termine dei lavori, valore ampiamente compatibile
con la funzionalità della pista e notevolmente inferiore a quelli
che hanno caratterizzato la vita dell'infrastruttura negli ultimi 20 anni
(2,5 m in media nei tratti critici);
- riqualifica strutturale della via di rullaggio "D" seguendo gli stessi
criteri illustrati per la pista di volo 16L/34R nei tratti interessati
dai cedimenti, per circa 3.500 m;
- impianti visivo-luminosi per la pista sussidiaria e per l'assetto
finale delle infrastrutture di volo;
- nuovo sistema di drenaggio delle acque superficiali di pioggia.
Per l’approfondimento del progetto furono eseguite una serie di indagini
specifiche (topografiche, geognostiche e sulle pavimentazioni) che hanno
confermato la situazione, già evidenziata nel progetto preliminare,
circa i fenomeni di consolidazione in atto con la conseguente necessità
di una riconfigurazione altimetrica delle infrastrutture di volo per consentire
il rispetto della normativa ICAO sia dei profili longitudinali che delle
sagome trasversali della pista e per garantire il regolare deflusso delle
acque meteoriche.
L'indagine geognostica, in particolare, impostata sulla base dei risultati
degli studi di fattibilità, ha consentito di definire i parametri
di interesse per il dimensionamento della soluzione di progetto che prevede
l'alleggerimento dell'attuale riporto in sabbia e ghiaia, costituente il
rilevato della pista, utilizzando argilla espansa.
Il progetto ha quindi definito un modello di calcolo per la previsione
dei cedimenti delle piste con riferimento alle future evoluzioni in seguito
all'intervento di alleggerimento previsto.
E’ stata messa a punto una procedura di dimensionamento valutando l'entità
dell'alleggerimento da realizzare e quindi il conseguente approfondimento
dello scavo di asportazione del rilevato esistente e la sua sostituzione
con materiale alleggerito, costituito da argilla espansa.
Tutti i parametri utilizzati nei calcoli sono stati riscontrati sulla
base dei dati rilevati e sulla base dei risultati delle prove di laboratorio
e dei monitoraggi in sito.
Sono stati simulati i cedimenti nel tempo misurati in corrispondenza
della sezione tipo n. 11 della pista di volo (la più critica) e
i risultati ottenuti con il modello proposto sono risultati in armonia
con i cedimenti misurati mostrando la buona approssimazione fornita dal
modello adottato.
Anche per la pavimentazione della pista 16L/34R, della via di rullaggio
"D" e per il prolungamento del raccordo fra le piste 07/25 e 16L/34R (via
di rullaggio "C") allo scopo di limitare il carico permanente trasmesso
al sottofondo, il progetto prevedeva l'utilizzazione in tutti gli strati,
anche se in proporzioni diverse, di inerti in argilla espansa.
Una volta individuato il numero di movimenti annui degli aeromobili
nel periodo 1996-2020 e la percentuale di utilizzazione del sistema di
piste da parte degli aeromobili, i criteri utilizzati per il dimensionamento
delle pavimentazioni sono stati:
- determinazione dell'aereo critico di progetto rappresentato da quell'aeromobile
che richiede lo spessore maggiore di pavimentazione;
- trasformazione del numero di movimenti di ciascun aeromobile in movimenti
dell'aereo critico;
- determinazione dello spessore effettivo e della stratigrafia della
pavimentazione a partire dal numero di ripetizioni totali equivalenti dell'aereo
critico.
Definita così la metodologia di intervento, che prevede in pratica
il rifacimento della pista di volo, della rullaggio "D" e delle vie di
collegamento veloci, il progetto ha ridefinito sia i profili e le sagome
trasversali, in armonia alla normativa aeronautica vigente, sia la larghezza
della pista, l'ubicazione delle uscite veloci e la loro configurazione
planimetrica alla luce dell'evoluzione stimata del parco aeromobili.
Il Ministero dei Trasporti e della Navigazione, Direzione Generale
dell’Aviazione Civile nel trasmettere il progetto, con la citata nota 210544
del 16/12/1996, esprimeva le seguenti considerazioni:
"La documentazione, per completezza, risponde al livello generale
corrente richiesto per la progettazione definitiva."
"In particolare si rileva un alto grado di approfondimento dello
studio geologico e dello studio geotecnico che consente di poter disporre
oggi di informazioni dettagliate ed esaustive sulla situazione e sulle
caratteristiche dei terreni di sedime delle opere."
"Da un punto di vista tecnico il presente progetto definitivo ripropone
le soluzioni costruttive e tecnologiche già previste nel progetto
preliminare."
"La tipologia dell'intervento proposto tiene conto della particolare
difficoltà che il tipo di terreni del sedime presenta."
"Il progettista ha esplorato le diverse possibili soluzioni con
verifiche tecnico-economiche ed è pervenuto alle conclusioni tenendo
conto anche dei risultati positivi conseguiti recentemente con l'esecuzione
di analoghe opere pubbliche e la scelta è stata alla fine indirizzata
verso la soluzione con materiali leggeri."
"Si evidenzia che lo studio geologico e geotecnico è stato
approfondito sia nella fase del progetto preliminare che in quella del
progetto definitivo, pervenendo pertanto ad una esaustiva conoscenza analitica
dei terreni del sedime, della loro stratigrafia e del loro comportamento
nel tempo."
"La progettazione del sistema di smaltimento delle acque meteoriche,
anche su indicazioni dell'Amministrazione, ha subito affinamenti nella
fase del progetto definitivo rispetto a quella del progetto preliminare,
con un'evoluzione progettuale che ha contenuto quantitativamente gli interventi
prevedendo la parziale utilizzazione del preesistente sistema di drenaggio
e smaltimento."
"Si ricorda che l'ipotesi progettuale individuata dalla Società
Aeroporti di Roma, mediante la responsabile scelta del progettista incaricato
dalla Società stessa, verrà realizzata a cura e spese della
concessionaria."
"L'Amministrazione ritiene di dover raccomandare che nella successiva
fase di progettazione esecutiva venga previsto il continuo monitoraggio
del comportamento dei terreni interessati dai lavori sia durante la fase
esecutiva sia in quella operativa."
"Per quanto sopra esposto si ritiene che il progetto degli interventi
per la riqualifica strutturale ed operativa delle infrastrutture di volo
della pista 16L/34R, tenuto anche conto che le osservazioni formulate dall'Amministrazione
nel corso della progettazione sono state recepite, sia idoneo per essere
sottoposto all'esame del Consiglio Superiore dei LL.PP., per acquisirne
il competente parere."
Il progetto definitivo è stato esaminato dall’Assemblea Generale
nella seduta del 21.3.1997, nella quale è stato espresso il parere
n. 21. Di questo si riportano gli stralci significativi dei CONSIDERATO
inerenti le questioni che ora vengono sottoposte ad esame e parere, e che
sono dettagliate nel seguito:
"Il progetto in esame ha, come obiettivo primario da raggiungere,
quello di realizzare, in totale presenza di traffico aereo, tutti gli interventi
costruttivi previsti per la riqualificazione della pista e consistenti
prevalentemente nella sostituzione di buona parte del corpo del rilevato
e delle pavimentazioni con materiali a basso indice di massa volumica,
oltre all'allungamento delle vie di rullaggio che assicurano la piena capacità
della pista di volo ed al completamento di alcuni raccordi interpista.
Completano questi interventi alcuni indispensabili lavori di costruzioni
idrauliche riguardanti il drenaggio delle acque meteoriche che la pista
intercetta e che sono rappresentati da una rete di canali superficiali
ed interrati da realizzare ex-novo o come integrazione di quelli esistenti.
Operatività delle infrastrutture aeronautiche - Piste di volo
e vie di rullaggio
Secondo un'analisi tecnico-economica, che è stata eseguita dai
Progettisti nella fase di progettazione preliminare, la soluzione più
vantaggiosa per operare sulla pista 16L/34R è stata individuata
nel prevedere l’uso della via di rullaggio "D" a pista di volo sussidiaria
di Cat. 3C (limitatamente ad uno sviluppo longitudinale di 1800 m), previo
allungamento della via di rullaggio "C", a quella parallela.
Ciò vuole significare che, durante l'esecuzione dei lavori di
rifacimento della pista di volo 16L/34R, una buona parte del flusso di
traffico che impegnerebbe la medesima pista verrà spostato sulla
pista sussidiaria, mentre un'altra parte del flusso potrà impegnare
- a seconda delle circostanze - le altre due piste di volo presenti nel
sistema aeroportuale.
La scelta operata dai Progettisti di caratterizzare la via di rullaggio
"D" come pista di volo sussidiaria di categoria 3C del Codice ICAO, risulta
sostenuta da un'analisi di traffico, che è stata estesa anche ai
giorni di punta prevedibili nel futuro, per valutare l'efficacia della
soluzione proposta, in termini di rendimento operativo. L'analisi suddetta
è stata sviluppata tramite una simulazione numerica per eventi discreti
in clima stocastico, con restituzione visuale planimetrica di elevata qualità.
Tuttavia, si ritiene utile sottolineare la criticità delle condizioni
operative nelle quali verrà a trovarsi la pista sussidiaria, sulla
quale potranno operare soltanto alcune categorie di aeromobili (fino al
tipo MD~80) e senza l'assistenza di una strumentazione di precisione (nel
verso da nord) e soltanto a vista (nel verso da sud).
Si raccomanda pertanto che in fase esecutiva il progetto sia illustrato
nella parte aeronautica all’Ente Nazionale di Assistenza al Volo e che
vengano concordate con lo stesso le procedure delle singole fasi di lavoro
nonché l’idoneità degli impianti previsti, nella fase di
chiusura della pista 16L/34R.
Topografia e stato dei luoghi
Sono state eseguite ed utilizzate nello sviluppo del progetto, le seguenti
indagini conoscitive sullo stato dei luoghi:
-
livellazione geometrica della maglia 10x10 metri esistente sulla pista
di volo e di quella 25x25 esistente sulla pista di rullaggio "D", comprensiva
della livellazione di precisione in asse pista e della restituzione in
scala 1:500;
-
rilievo celerimetrico in scala 1:500, ad integrazione della livellazione
geometrica sulla pista, sulla via di rullaggio "D" e sui raccordi;
-
rilievo celerimetrico delle zone a verde con restituzione nella scala 1:500;
-
rilievo plano altimetrico del Collettore Centrale esistente, del canale
lato 3a pista, dei canali interessati alla raccolta delle acque
provenienti dal drenaggio delle piste, con restituzione nella scala 1:1000/1:500.
Le indagini sono state svolte allo scopo di:
-
rilevare le quote delle piste e dei raccordi per verificare l’andamento
dei cedimenti dall’ultimo rilievo effettuato nel 1993;
-
verificare la rispondenza delle pendenze longitudinali e trasversali delle
piste alle norme ICAO;
-
verificare la capacità d’invaso e di smaltimento delle aree comprese
tra le piste;
-
verificare la funzionalità del Collettore Centrale esistente.
Le suddette indagini condotte con accuratezza e con riferimenti topografici
aggiornati, possono ritenersi esaustive e di valido supporto alle ipotesi
di base ed allo sviluppo del progetto in esame.
Geologia e geognostica
Gli studi geologici dell’area interessata risultano ampi e ben articolati
in fasi successive che, partendo dall’ampia documentazione storica reperita,
giungono all’analisi dei dati più recenti relativi alla progettazione
e costruzione dell’aeroporto (anni ‘60 e ‘70). Sono stati in tal modo individuate
le geometrie dei vari corpi geologici appartenenti al paleodelta del Fiume
Tevere attraverso lo studio dei processi geologici che hanno interessato
l’area negli ultimi 10.000 anni.
In particolare, tali caratterizzazioni hanno consentito di individuare
gli effetti sull’assetto stratigrafico delle attività pre e post-bonifica
del sito, avvenute tra il 1884 ed il 1930, soprattutto per quanto attiene
i litotipi presenti nei primi 10-15 metri con particolare riferiemento
ai livelli di argille organiche e torbe. Le porzioni sommitali di queste
sequenze, infatti, risultano connesse alla presenza di residui bacini fluvio-palustri
proprio in corrispondenza della pista 16L/34R e dell’annessa pista di rullaggio.
L’assetto tabulare dell’area, posto nelle vicinanze del Fiume Tevere
e della linea di costa, potrebbe suggerire una semplicistica schematizzazione
dell’assetto idrogeologico. Vicerversa, la rapida evoluzione di tutta l’area
del delta tiberino e l’intensa attività antropica, che da epoca
storica si è protratta sino ad oggi (interventi in epoca romana,
bonifiche, costruzione degli argini del Fiume Tevere ecc.) hanno introdotto
elementi "anomali" che condizionano, tra l’altro, la distribuzione dei
carichi piezometrici con la profondità che risultano, per alcuni
livelli, con quote superiori al piano di campagna.
Il riconoscimento di differenti complessi idrogeologici, insieme ai
dati provenienti dai numerosi piezometri messi in opera, costituisce una
sufficiente base di dati a corredo delle attività di progettazione.
Il programma di indagini in sito ha riguardato, oltre che gli aspetti
topografici, anche la parte geognostica. In linea con le problematiche
emerse dalle conoscenze pregresse, sono stati realizzati:
-
n. 5 sondaggi meccanici profondi circa 40 m ed ubicati sia nell’area già
interessata dalla pavimentazione (n. 3), sia all’esterno (n. 2);
-
n. 15 sondaggi più profondi, circa 75 metri, di cui n. 11 in area
di pavimentazione e n. 4 all’esterno;
-
n. 8 prove penetrometriche statiche, profonde circa 40 metri;
-
n. 9 pozzetti esplorativi, profondi 5-6 metri, spinti all’interno dei terreni
compressibili sottostanti la pavimentazione ed il rilevato;
-
n. 2 campi di prove di pompaggio, attrezzatati con piezometro, per la misura
dei parametri idrodinamici dei terreni appartenenti ai sistemi acquiferi.
In una delle due prove l’acquifero è stato confinato con la realizzazione
di palancole, poste in opera normalmente alla direzione della pista;
-
n. 10 misure geofisiche SASW (Spectral Analysis of Surface Waves), per
la determinazione degli spessori e delle caratteristiche del rilevato.
Nel corso dei sondaggi sono stati, inoltre, prelevati numerosissimi campioni
indisturbati per le analisi geotecniche di laboratorio.
Geotecnica
Il progetto definitivo è stato preceduto da una campagna di
indagini in sito ed in laboratorio volte ad approfondire le conoscenze,
peraltro già abbastanza ampie, circa la costituzione del sottosuolo,
le proprietà dei terreni ed il regime delle acque sotterranee.
Sono state inoltre eseguite indagini sulla struttura attuale della
pista (pavimentazioni e rilevato) ed indagini di laboratorio sui materiali
leggeri (argilla espansa) da impiegare per la riqualificazione strutturale.
Sono stati infine raccolti dati sulle proprietà dell’argilla espansa
così come messa in opera nel tratto già costruito della via
di rullaggio "C".
Il decorso nel tempo dei cedimenti è stato studiato adottando
per il terreno un modello di comportamento di tipo viscoso (consolidazione
secondaria) accoppiato a quello classico di ritardo idrodinamico connesso
alla graduale espulsione di acqua (consolidazione primaria). I parametri
che caratterizzano il modello sono stati ricavati, per i vari strati di
terreno, da prove edometriche specialmente condotte; il modello è
stato poi "tarato" applicandolo ad un’analisi a ritroso dei cedimenti rilevati
dall’epoca della costruzione. Si rileva che il modello è in grado
di interpolare con notevole fedeltà i cedimenti misurati per un
periodo di tempo di oltre venti anni e sotto diverse condizioni di carico;
si ritiene pertanto che esso sia particolarmente attendibile per prevedere
il decorso nel tempo del cedimento dopo l’intervento di riqualificazione
strutturale della pista.
Utilizzando il modello suddetto, sono stati valutati i decrementi di
carico che, applicati ai terreni di fondazione, producessero nei successivi
50 anni un ulteriore cedimento non maggiore di 15 cm. Su questa base sono
stati fissati gli spessori di rilevato della pista da asportare e da sostituire
con argilla espansa. I calcoli mostrano che, a seguito dell’intervento,
si verificheranno dapprima dei sollevamenti dell’entità di alcuni
centimetri, e quindi riprenderanno i cedimenti viscosi, ma con velocità
molto ridotta e tale appunto che, nei cinquanta anni successivi all’intervento,
in nessuna sezione si prevede un cedimento maggiore di 15 cm.
Infine sono state condotte indagini ed analisi per dimensionare l’impianto
di emungimento che dovrà mantenere all’asciutto gli scavi per l’asportazione
del rilevato e la creazione dei collettori, che si svolgono in gran parte
al di sotto del livello della falda.
Dal punto di vista della geotecnica, che nel caso in esame assume notevole
rilievo, il progetto di riqualificazione della pista appare concepito con
chiarezza e sviluppato in modo soddisfacente sia per la documentazione
sperimentale raccolta, sia per i calcoli di previsione svolti. Il progetto
si basa su di un’idea semplice e di sicuro funzionamento, quale appunto
la diminuzione dei carichi trasmessi dalla pista al sottosuolo.
Non completamente esauriente appare la documentazione esibita circa
le proprietà meccaniche e fisiche del materiale di alleggerimento,
da usare come materiale da rilevato e come inerte nella pavimentazione
bituminosa. In particolare le prove meccaniche sono in numero ridotto ed
eseguite su materiali "tagliati" granulometricamente; nei campioni sottoposti
a prova non sono quindi presenti le particelle di vuoti intragranulari,
che potrebbero influenzarne in senso negativo le proprietà meccaniche.
Si raccomanda pertanto, prima del passaggio alla fase esecutiva, di ampliare
ed approfondire la sperimentazione in questa direzione e sulla densità
del materiale in acqua, ricorrendo a prove di laboratorio anche su campioni
di grandi dimensioni.
Si raccomanda inoltre di curare con particolare attenzione il monitoraggio
delle opere. A tal fine sarà indispensabile proseguire le misure
di cedimento, realizzando sulle nuove superifici delle piste nuovi punti
di misura in numero adeguato. Le quote iniziali di tali punti dovranno
essere collegate agli stessi caposaldi finora utilizzati, onde garantire
la continuità delle osservazioni.
Fra le grandezze, si raccomanda di tenere sotto osservazione il regime
delle acque sotterranee, con misure piezometriche eseguite a varie profondità
e ripetute con frequenza almeno settimanale durante i lavori, e poi almeno
bimestrale.
Pavimentazioni
Le pavimentazioni dell’infrastruttura di volo denominata 16L/34R, della
via di rullaggio "D" e del prolungamento del raccordo fra le piste 07/25
e 16L/34R (via di rullaggio "C") sono state progettate secondo una soluzione
tecnica che può essere considerata innovativa in quanto, allo scopo
di limitare il carico permanente trasmesso al sottofondo, si prevede l’utilizzazione
in tutti gli strati, anche se in proporzioni diverse, di inerti a relativo
basso peso specifico (in argilla espansa).
Gli spessori degli strati delle pavimentazioni, costituiti in pratica
da 5 cm di c.b. di usura, da 8 cm di strato di collegamento in c.b., da
15 cm di strato di base in c.b. e da 20 cm di strato di fondazione in argilla
espansa legata a cemento, sono stati verificati facendo riferimento - come
previsto dalla normativa internazionale ICAO (doc. 9157 - AN/901) - ad
una "vita utile" di 20 anni e stabilendo il numero totale di movimenti
prevedibili per ciascun tipo di aeromobile, durante l’intero periodo della
"vita utile", che impegneranno le pavimentazioni delle infrastrutture di
volo e di rullaggio.
L’elemento di base per la verifica degli spessori dei diversi strati
è stato individuato, come noto e come previsto dalla normativa,
insieme ai carichi relativi ai movimenti totali di aeromobili, nel valore
convenzionale di portanza del sottofondo sul quale poggia la pavimentazione,
che si esprime in termini di indice CBR. I progettisti, applicando correttamente
i modelli di calcolo suggeriti anche dall’ICAO sono pervenuti alla determinazione
dei diversi spessori di pavimentazione, a partire dal valore convenzionale
di portanza CBR, che però, a causa dell’impiego sistematico di argilla
espansa nella costruzione del rilevato che sopporta le pavimentazioni,
è stato soltanto stimato ed in forma generalizzata, pari a CBR =
10; inoltre esso è stato dedotto da misure praticamente indirette
del modulo elastico (tramite deflettometro dinamico FWD).
E’ anche da tenere presente che l’esecuzione di prove di accertamento,
specie in laboratorio, del valore CBR si rileva spesso abbastanza difficoltoso
per materiali di quel tipo, assimilabili genericamente a terre cosiddette
improprie.
Quindi, sebbene la normativa ICAO consenta di pervenire al valore convenzionale
del CBR anche in forma indiretta, a partire dal valore del modulo elastico
(ad es. con prove di carico su piastra), si ritiene però opportuno
che nel progetto esecutivo la determinazione dei valori di portanza del
sottofondo possa essere raggiunta attraverso una estesa campagna di prove
sperimentali di accertamento diretto del valore dei moduli elastici, che
ricopra l’intera estensione dei sottofondi della pista di volo e delle
vie di rullaggio.
Diversamente operando, il dimensionamento degli spessori degli strati
potrebbe risultare affetto da errore di stima e questo potrebbe influire
anche sull’efficacia dei provvedimenti, qualora - per valori di CBR inferiori
a quelli assunti - gli spessori di pavimentazione dovessero essere incrementati.
Al riguardo deve inoltre essere evidenziato che il ricorso all’impiego
dell’argilla espansa anche nelle miscele degli strati delle pavimentazioni,
con indubbi vantaggi ai fini dell’alleggerimento, ha portato i progettisti
a individuare dei coefficienti di corrispondenza tra gli spessori dedotti
dai modelli di calcolo suggeriti dall’ICAO. Tali coefficienti di corrispondenza
tra gli spessori relativi ai materiali tradizionali (conglomerati bituminosi
costituiti da miscele di aggregati lapidei rispondenti formalmente, ad
es. alle Norme UNI-CNR) ed i materiali tipo argilla espansa, sia pure legata
o con c.b. o con cemento, non risultano sostenuti da una esauriente adeguata
sperimentazione fisica.
Si raccomanda pertanto, anche in questo caso, che nella stesura del
progetto esecutivo si possa pervenire all’accertamento dei valori di corrispondenza
tra gli spessori degli strati adottati e quelli tradizionali di riferimento,
mediante apposita ed estesa indagine sperimentale.
Corpo stradale
Il corpo stradale delle piste di volo e delle vie di rullaggio risulta
costituito in senso trasversale e, a partire dal terreno naturale di sedime,
da un corpo di terra che è superiormente delimitato dalle pavimentazioni,
dagli elementi marginali (shoulders) e dalle strisce livellate di sicurezza
laterali, anch’esse definite genericamente portanti ai fini di eccezionali
transiti di aeromobili in fase di operazioni d’emergenza.
Nel caso della pista di volo 16L/34R, il corpo stradale si estende
per una dimensione totale trasversale variabile da 75 ad almeno 105 m per
parte (codice ICAO di pista 4), mentre nel caso della via di rullaggio
"D" il corpo stradale si estende da un minimo di 46 m ad un massimo che
dipende, localmente, dalle quote di progetto in asse.
Si tratta quindi, in ogni caso, di considerevoli masse di opere in
terra che, nel caso di specie si realizzano parzialmente con i corpi esistenti
e parzialmente con la messa in opera, per strati successivi e per una dimensione
trasversale esattamente sottostante le pavimentazioni, di materiale artificiale
a basso peso specifico in argilla espansa per il quale materiale si è
già trattato come aspetti geotecnici.
Tenuto però conto della geometria del corpo dei rilevati e delle
pendenze trasversali che dovranno essere assicurate sia per motivi idraulici
sia per questioni legate alla sicurezza operativa del traffico aereo, si
segnala che, specie sulle strisce livellate di sicurezza che fiancheggiano
la pista di volo 16L/34R si dovrà tener conto della eventuale prosecuzione
dei cedimenti che potranno seguitare nel tempo, laddove non si è
operato - come al di sotto delle pavimentazioni - con sostituzione del
materiale attualmente in sito.
Si dovrà quindi verificare, in sede di progetto esecutivo, che
eventuali cedimenti del rilevato, corrispondenti alle strisce livellate
non comportino sostanziali variazioni nella geometria delle medesime superfici,
destinate a svolgere la propria funzione, sia pure in caso di evento eccezionale."
In conclusione l’Assemblea esprimeva parere: "CHE l’esaminato progetto
definitivo degli interventi per la riqualifica strutturale ed operativa
delle infrastrutture di volo della pista 16L/34R dell’aeroporto di Roma
Fiumicino sia idoneo per essere sviluppato a livello esecutivo con le osservazioni
e raccomandazioni contenute nei precedenti "considerato".
Con la nota n. 202139 del 23.7.1999 l’Ente Nazionale per l’Aviazione
Civile - Struttura Direzione Generale dell’Aviazione Civile - Ufficio 21
- Progetti e Collaudi comunica che:
"In esito a quanto richiesto, la Società Aeroporti di Roma,
preliminarmente alla progettazione esecutiva ha dato il seguente puntuale
riscontro:
-
Il richiesto approfondimento della sperimentazione circa le proprietà
meccaniche dell’argilla espansa è trattato nell’elaborato GEO G002,
"Relazione geotecnica, Tomo IV di IV", allegato alla presente (allegato
n. 1);
-
Le richieste prove sperimentali di determinazione dei valori dei moduli
elastici nonché l’accertamento delle corrispondenze tra gli spessori
relativi ai materiali tradizionali e i materiali alleggeriti, (sia per
i rilevati che per materiali cementizi e bituminosi) sono trattati negli
elaborati Rel C01 " Relazione di calcolo delle sovrastrutture" e relativi
allegati tecnici 1 e 2 (Rel C01.1 e Rel C01.2), allegati alla presente
(allegato n. 2).
Tale documentazione ha consentito alla D.G.A.C. di poter esprimere al riguardo
il proprio parere tecnico favorevole con nota n. 203828 del 3 giugno 1997,
dopo aver verificato la piena ottemperanza alle osservazioni e raccomandazioni
formulate da codesto Consesso.
I lavori, finanziati dalla Società Aeroporti di Roma S.p.A.,
sono stati appaltati, previo esperimento di pubblico incanto, all’A.T.I.
tra le Imprese Alpine Bau Ges., Grassetto S.p.A. e Toto S.p.A. e sono attualmente
in corso.
In particolare è stata da tempo completata la via di rullaggio
Charlie ed è in fase di completamento la riqualifica della via di
rullaggio Delta, riconfigurata a pista di volo sussidiaria.
Ciò premesso la Concessionaria Società Aeroporti di Roma
ha rappresentato che, nel corso dell’esecuzione dei lavori di realizzazione
delle miscele bituminose alleggerite, previste nel progetto, confezionate
con frazioni di inerti costituite in parte da argilla espansa, da inerti
vergini e da inerti provenienti dalla scarifica delle pavimentazioni esistenti,
sono emerse problematiche realizzative che, salvo saltuari episodi, non
hanno mai consentito il contemporaneo raggiungimento dei parametri prestazionalmente
richiesti in termini di peso di volume ed addensamento.
Tale evento, che in taluni casi ha comportato l’ordine di demolizione
di porzioni di miscele stese, è ritenuto dall’A.T.I. Appaltatrice
conseguente ad una insufficiente sperimentazione preliminare in tale ambito
di miscele innovative, giacché l’ingente quantità di argilla
espansa necessaria per alleggerire le miscele ai valori dei pesi richiesti,
ingenera problematiche di segregazione dovute al differente peso degli
inerti nel processo produttivo (impianto di produzione e attrezzatura di
stesa) tale da rendere estremamente problematica, su produzioni industriali,
la costanza delle miscele stese.
A tali argomentazioni la Direzione Lavori ed i Progettisti hanno costantemente
e puntualmente ribattuto, rappresentando che le relazioni tecniche presentate
dall’A.T.I. Appaltatrice a sostegno delle proprie argomentazioni sono sempre
risultate generiche nonché prive del necessario contenuto scientifico,
asserendo nel contempo la piena possibilità del raggiungimento delle
prescrizioni contrattuali purché si operi con il dovuto approccio
metodologico e sistematico per l’individuazione delle miscele più
idonee a garantire la costanza dei risultati che, ancorché sporadicamente,
sono stati raggiunti.
Inoltre, nel corso dell’esecuzione dei lavori ed a seguito dei risultati
delle prove in sito, l’A.T.I. Appaltatrice ha espresso dubbi e perplessità
anche per quanto riguarda la scelta dell’argilla espansa come materiale
leggero per la formazione dei rilevati ed i criteri di calcolo delle pavimentazioni
adottati dal progettista.
Più in dettaglio, i dubbi e le criticità espressi dall’A.T.I.
riguardano i seguenti aspetti progettuali:
- Impossibilità di rispettare contemporaneamente i valori prestazionali
di addensamento e di peso di volume in sito per le seguenti motivazioni:
-
frantumazione dell’argilla espansa impiegata nei provini Marshall, tale
da alterare sensibilmente il valore di confronto tra il valore del peso
di volume del campione di riferimento e del peso di volume della miscela
stesa;
-
impossibilità di assicurare costantemente, in rapporto alle qualità
previste industrialmente nella stesa e all’impiego di materiale fresato
proveniente dalla scarica delle pavimentazioni esistenti, valori sempre
soddisfacenti della densità della miscela.
- Errata valutazione del modulo elastico del sottofondo delle pavimentazioni
così come adottato dal Progettista nel calcolo delle sovrastrutture.
- Indicazioni progettuali circa le modalità realizzative dei
rilevati alleggeriti in argilla espansa non idonee a consentire l’addensamento
necessario in dipendenza delle particolarità meccaniche di detto
materiale.
- Inadeguatezza dei margini di sicurezza adottati nel progetto in merito
alla compensazione dei carichi mediante impiego dell’argilla espansa.
Conseguentemente la Società Concessionaria, pur non condividendo
i dubbi espressi dall’Appaltatore, stante il carattere fondamentalmente
innovativo delle soluzioni tecniche adottate, ha ritenuto doveroso di acquisire
il parere degli Enti che si erano favorevolmente espressi nelle precedenti
fasi progettuali.
Tutto quanto sopra esposto, l’E.N.A.C., esaminati gli atti e sentita
la Stazione Appaltante e la Direzione Lavori, ritiene che la questione
debba essere sottoposta al superiore esame di codesto Consiglio, al quale
in particolare si pongono i seguenti quesiti:
-
miscele bituminose alleggerite: possibilità del contemporaneo raggiungimento
in situ dei gradi di addensamento e dei pesi di volume previsti dal progetto
e di seguito indicati con particolare riferimento alle miscele composte
da aggregati formati in parte da argilla espansa, parte da materiale riciclato
e parte da inerti vergini:
strato di usura |
grado di addensamento |
99% |
|
Peso volume in opera |
1,65 t/mc |
strato di binder |
grado di addensamento |
98% |
|
peso volume in opera |
1,70 t/mc |
strato di base |
gradi di addensamento |
98% |
|
peso volume in opera |
1,75 t/mc |
-
Dimensionamento delle pavimentazioni: correttezza dei valori del modulo
elastico del sottofondo assunto dal progettista nel dimensionamento delle
pavimentazioni:
per il prolungamento via rullaggio Charlie |
E= 800 kg/cmq |
Pista di volo e via di rullaggio Delta |
E= 1.000 kg/cmq |
-
Rilevati in argilla espansa:
3.1 correttezza delle indicazioni progettuali per le modalità
realizzative dei rilevati alleggeriti in argilla espansa
3.2 adeguatezza dei margini di sicurezza adottati nel progetto in merito
alla compensazione dei carichi mediante impiego di argilla espansa
Alla relazione risultano allegati:
A. Relazione di sintesi degli aspetti più significativi per
le valutazioni di codesto Consesso.
-
Relazione geotecnica (Tomi 4);
-
Relazione di calcolo delle sovrastrutture (2.1, 2.2, 2.3);
-
Relazione Ing. Foschi;
-
Perizia sulla compattabilità degli strati di asfalti dell’Ing. Nievelt;
-
Relazione Prof. Ing. Ranzo;
-
Relazione degli Ingg. Santagata;
-
Relazione Ing. Camomilla;
-
Relazione Ing. Marchionna;
-
Relazione Ing. Marchionna;
-
Relazione Ing. Zedda;
-
Relazione Ing. Marchionna;
-
Relazione Prof. Ing. Pane;
-
Relazione Prof. Ing. Pane;
-
Relazione Ing. Manassero;
-
Norme tecniche opere civili;
-
Elenco prezzi opere civili;
-
Relazione tecnica sulle infrastrutture;
-
Sezioni tipo.
A seguito di approfondito esame della documentazione tecnica trasmessa,
la Commissione relatrice ravvisava la necessità che venissero indicati
con la massima precisione possibile i criteri di accettabilità dei
materiali e delle modalità di messa in opera, definiti a seguito
delle sperimentazioni in cantiere.
Con nota 23.9.1999 n. 1366 della Presidenza del Consiglio Superiore
è stato, pertanto, richiesto all’E.N.A.C. di far pervenire i documenti
predisposti dalla Direzione dei lavori, relativi all’accettazione delle
prove Sasw effettuate sul sottofondo delle pavimentazioni e sulle pavimentazioni
stesse, nonchè gli analoghi documenti relativi al mix design dei
materiali costituenti le pavimentazioni.
Con nota 20.10.1999 n. 21552 l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile
ha fatto pervenire la seguente documentazione:
-
Relazione del Prof. M. Manassero (all. n. 1 e sub all. da 1.1 a 1.3);
-
Relazione del Prof. A. Marchionna (all. n. 2);
-
Relazione del Direttore dei lavori (all. n. 3 e sub all. da 3.1 e 3.34).
CONSIDERATO
L’Assemblea deve preliminarmente osservare che le questioni poste dall’ENAC,
concretizzate negli specifici quesiti in calce alla richiamata nota 23.07.99
n. 202139, riguardano un lavoro in corso di esecuzione e problematiche
relative a un contenzioso instauratosi tra la Stazione appaltante e l’Esecutore.
Tali questioni non rientrano nel campo delle attività istituzionali
di questo Consesso che, tra l’altro, in presenza di un contenzioso in atto,
verrebbe ad assumere una impropria ed irrituale funzione di arbitro.
Ciò nonostante, attesa la valenza del lavoro in questione e
il carattere innovativo delle soluzioni tecniche adottate, in particolare
l’impiego estensivo di materiali alleggeriti per la formazione del corpo
dei rilevati e delle pavimentazioni, pur non entrando nello specifico merito
dei quesiti posti, si è ritenuto opportuno esaminare la documentazione
tecnica pervenuta, richiederne integrazioni ed effettuare audizioni informali
delle parti interessate. Ciò anche allo scopo di verificare la rispondenza
del progetto posto a base di gara alle prescrizioni e raccomandazioni del
Consiglio Superiore nel parere reso sul progetto definitivo.
Nel precedente voto n. 21 del 21.03.1997, questo Consesso, nell’esprimere
parere favorevole al progetto definitivo, basato sull’idea progettuale
di ridurre i carichi trasmessi dalla pista al sottosuolo, aveva altresì
chiaramente espresso la necessità di ampliare e approfondire la
sperimentazione sia nei riguardi della caratterizzazione fisica e meccanica
dei materiali di alleggerimento, sia e soprattutto nei confronti delle
pavimentazioni, la progettazione delle quali aveva condotto a soluzioni
certamente innovative. Per quest’ultimo aspetto, in particolare, il voto
raccomandava esplicitamente un’estesa campagna di prove sperimentali di
accertamento diretto della rigidezza dei sottofondi per la determinazione
delle caratteristiche di portanza. Raccomandava, inoltre, un’apposita ed
estesa indagine sperimentale per l’accertamento dei valori di corrispondenza
tra gli spessori degli strati adottati (con inerti alleggeriti) e quelli
tradizionali di riferimento (che impiegano, cioé, gli usuali aggregati
lapidei).
Dall’esame degli atti e dalle audizioni è emerso quanto segue:
-
le indagini sperimentali raccomandate da questo Consiglio Superiore con
il voto n. 21/97, secondo quanto riferito dall’ENAC nella sua richiesta
di parere, sono state eseguite e, in base alle relative risultanze, è
stato redatto il progetto esecutivo, sul quale è stato espresso
parere favorevole dalla D.G.A.C. con nota 203828 del 3.6.97, "dopo aver
verificato la piena ottemperanza alle osservazioni e raccomandazioni formulate"
con il richiamato voto n. 21;
-
dalle indagini sperimentali eseguite avrebbero dovuto essere desunti i
parametri caratteristici utili al dimensionamento delle pavimentazioni
e dei rilevati, alle modalità di esecuzione degli stessi e per definire
le caratteristiche delle miscele dei materiali da impiegare;
-
l’impostazione del Capitolato d’oneri posto a base dell’appalto risulta
essere in parte prescrittiva (vengono richieste specifiche caratteristiche
per alcuni dei materiali utilizzati e la corretta esecuzione dei lavori
viene verificata per mezzo di prove convenzionali) ed in parte prestazionale
(vengono definite grandezze di controllo per assicurare il raggiungimento
delle condizioni necessarie per il conseguimento dell’idea progettuale).
In merito alle problematiche emerse l’Assemblea rileva quanto segue:
Questo Consesso non è stato interessato a pronunciarsi sull’esito
delle sperimentazioni eseguite e sulle conseguenti scelte dei parametri
assunti a base della progettazione esecutiva.
Va in ogni caso osservato che l’innovatività e, per alcuni versi,
la sperimentalità della realizzazione si mantiene anche nel progetto
esecutivo. Ciò non preclude, quindi, la possibilità di marginali
adeguamenti in fase esecutiva alla luce delle evidenze emergenti dall’avanzamento
dei lavori, possibilità queste, peraltro, già considerate
dalla DL durante lo sviluppo delle opere fin qui realizzate.
Infatti, emerge dagli atti e dalle ulteriori informazioni assunte,
che i parametri dei quali ora si chiede la congruità sono stati
di fatto episodicamente raggiunti nel corso dei lavori, sia pure con difficoltà;
peraltro risulta che la committenza abbia accettato anche valori di tali
parametri leggermente inferiori, tanto che risultano eseguiti ed accettati
i lavori relativi alla ricostruzione della pista di rullaggio Charlie e
della via di rullaggio Delta riconfigurata a pista di volo sussidiaria.
Da ciò deve dedursi che una consistente aliquota di lavori,
gran parte dei quali presenta le stesse problematiche tecniche prospettate
dall’ENAC, sia stata eseguita affrontando e risolvendo tali problematiche,
sia pure in presenza di comprensibili contrasti che, come risulta dall’esame
dei documenti disponibili, dipendono in larga parte da una evidente sostanziale
difformità di valutazione tra la Committenza e l’A.T.I. esecutrice
nei confronti dei risultati delle diverse misure effettuate e dalla evidente
mancanza della definizione di procedure certe e concordate tra le parti
per l’accettazione dei materiali e per la verifica della loro corretta
posa in opera, soprattutto per quanto riguarda i sottofondi e le pavimentazioni.
Sembra trasparire, dalle preoccupazioni espresse dall’Amministrazione
Committente tramite la richiesta di parere al Consiglio Superiore, nonché
dalla DL e dall’ATI Appaltatrice nel corso delle audizioni svolte, il dubbio
che i criteri di flessibilità adottati nella prima parte dei lavori
possano essere adottati anche nei lavori di riqualifica della pista 16L/34R.
Orbene, l’applicabilità di criteri prestazionali ad un lavoro
innovativo, quale quello in questione, va certametne valutata con prudenza.
Un tale approccio è certamente essenziale per mantenere sotto controllo
la funzionalità dell’opera in via di realizzazione.
Il raggiungimento di un tale obiettivo dovrebbe quindi suggerire un
comune coinvolgimento dell’Amministrazione appaltante, dei progettisti
e dell’ATI nella ricerca dei modi più corretti per ottenere i risultati
richiesti, mettendo in comune le rispettive e complementari professionalità.
Se un simile approccio non è stato possibile compiutamente ottenerlo
fino ad ora, sarà opportuno che tutte le parti in gioco individuino,
per il futuro, le condizioni necessarie per farlo, al fine di affrontare
il delicato intervento sulla pista 16L/34R nelle condizioni più
idonee per ottenere i risultati voluti, anche in considerazione della rilevanza,
ai fini della funzionalità dell’aeroporto, che riveste la pista
stessa.
Le preoccupazioni, qualora realmente presenti, circa il valore corretto
da assegnare ai parametri di riferimento per l’esecuzione dei lavori sulla
pista 16L/34R dovrebbero indurre le parti in causa - per evitare che si
registrino ulteriori difficoltà operative e possibile ulteriore
contenzioso, nonché incertezze sulla durabilità delle opere
- ad un approfondimento, consensualmente programmato, delle metodologie
e procedure per l’accettazione dei materiali e per la verifica della loro
corretta posa in opera, ad avvalersi altresì della opportunità
offerta dalla possibile ricostruzione storica del comportamento nel tempo
sotto traffico della pavimentazione della porzione di pista di rullaggio
Charlie utilizzata durante la campagna sperimentale svolta in occasione
dell’elaborazione del progetto esecutivo. Dato, infatti, che certe indicazioni
circa la caratterizzazione meccanica dei materiali (utilizzate nel dimensionamento
delle nuove pavimentazioni) sono scaturite da prove eseguite su questa
pavimentazione "sperimentale" e che, da informazioni assunte da A. di R.,
tale pavimentazione è aperta al traffico ed è stata soggetta
a condizioni di traffico che hanno comportato cicli di carico notevolmente
superiori a quelli previsti, tali da determinare una accelerata evoluzione
nel tempo delle sue prestazioni, sembrerebbe possibile confrontare ora
la durata prevedibile - in base ad un’analisi strutturale condotta utilizzando
i parametri caratterizzanti i materiali dedotti con prove di diverso tipo
- con la durata effettiva della pavimentazione.
Sulla base di quanto sopra, per la realizzazione della pavimentazione
è opportuno che vengano adeguatamente utilizzati tutti i risultati
delle sperimentazioni fin’ora effettuate e di quelle ulteriori ritenute
necessarie, per pervenire alla migliore definizione delle miscele e delle
tecnologie di confezionamento e posa in opera, nonché delle procedure
di controllo più affinate.
In ultima analisi, sulla base degli elementi forniti, risulta confermata
la validità dell’idea progettuale assunta a base dell’intervento
di risanamento, fermo restando quanto sopra suggerito, per superare le
difficoltà rappresentate e conseguire la funzionalità attesa.
Tutto ciò premesso e considerato
IL PARERE
unanime dell’Assemblea sulle problematiche relative agli interventi
per la riqualifica strutturale ed operativa delle infrastrutture di volo
della pista 16L/34R dell’aeroporto di Roma Fiumicino, è desumibile
dai precedenti "considerato".
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