SEZIONI RIUNITE TERZA E SESTA

Seduta del 15.12.1999
Voto n. 442

OGGETTO:
Porto di Bisceglie. Piano Regolatore Portuale. Richiesta di parere

LE SEZIONI

VISTA la nota del 25.10.1999 n.5762 con la quale l’Ufficio del Genio Civile per le Opere Marittime di Roma ha direttamente trasmesso a questo Consesso, per esame e parere, gli elaborati tecnici relativi all’oggetto ai sensi dell’art. 5 comma 3 della legge n. 84/1994;

VISTA la nota del 5.11.1999 n. 6809 Div. II^ della Direzione Generale delle Opere Marittime;

ESAMINATI gli atti pervenuti;

UDITA la Commissione Relatrice (Ferrante, Matteotti, Del Gaizo, La Montagna, Alfonsi, Piroddi).

PREMESSO

Il piano all’esame è stato predisposto sulla base delle proposte programmatiche elaborate dall’Amministrazione Comunale, d’intesa con l’Autorità Marittima.
Successivamente la Regione Puglia lo ha fatto proprio con Delibera di G. R. e lo ha quindi inoltrato alla Autorità Marittima ai fini della sua adozione.
Quest’ultima, con Decreto n. 108/99 in data 10.09.1999 ha quindi proceduto all’adozione, mediante ratifica della proposta formulata dal Comandante del Porto di Bisceglie.
La documentazione trasmessa comprende:

  • relazione esplicativa;
  • elaborati grafici (planimetria stato attuale, planimetria di inquadramento urbanistico-territoriale, planimetria generale…);
  • delibera di approvazione del P.R.P. da parte della G.R. n. 1043 del 15.07.1999;
  • decreto n. 108/1999 del 10.09.1999 della Capitaneria di Porto di Molfetta di adozione del P.R.P.;
  • copia del voto di 3^ Sezione n. 1647 del 16.11.1966 di parere sul P.R. del Porto di Bisceglie;
  • Parere n. 3519 del 28.07.1999 dell’Ufficio del Genio Civile per le OO.MM. di Bari sulle proposte programmatiche relative al Porto di Bisceglie;
  • N. O. dell’Ufficio del Genio Civile dell’Assessorato ai LL.PP. della Regione Puglia n. 13739 del 19.05.1999 sulla proposta di Piano Portuale;
  • zonizzazione del bacino portuale dopo la realizzazione del porto turistico;
  • parere dell’Ufficio del Genio Civile dell’Assessorato LL.PP. della Regione Puglia del 06.10.1999 (Prot. n. 10769) in ordine alla proposta di P.R.P..
Dalla Relazione esplicativa in atti si apprende che la Regione Puglia ha demandato alle singole Amministrazioni Comunali interessate al finanziamento del P.O.P. Puglia 1994/1999 – Sottoprogramma 6 – Misura 6.6, il compito di predisporre la documentazione necessaria alla stesura dei P.R.P. da realizzare di concerto con gli Uffici del Genio Civile.
Tale programma, in particolare, costituisce occasione per poter avviare a soluzione il completamento e la riorganizzazione della struttura del Porto di Bisceglie.
Si legge nella stessa Relazione come "l’evoluzione nel tempo del Porto, sia correlata alla presenza…dell’insenatura naturale protetta dalle mareggiate da nord, dall’aggetto della zona "Salnitro", costituita da una serie di scogli calcarei, che si estendeva in direzione est per circa 200 m….ma per le mareggiate provenienti da est, la protezione del bacino portuale, assicurata dal molo di Levante o molo "Vecchio", viene a ridursi a mano a mano che ci si allontana dal molo radicato in prossimità del mercato ittico e si procede verso lo scalo dei Salnitri.
Tale situazione persiste a tutt’oggi e costituisce il problema più importante da risolvere per l’utilizzazione e la funzionalità di tutto il bacino portuale."
Si apprende inoltre che "nonostante i gravi disagi dovuti al mancato completamento delle opere a mare, Bisceglie attualmente dispone di una flottiglia peschereccia di tutto rispetto, costituita da numerose imbarcazioni, alcune anche di notevole stazza, che svolge un’attività tale da incidere notevolmente sotto il profilo socio economico della collettività".
Allo stato attuale l’intero ambito portuale della superficie di circa 100.000 m2 è protetto da un molo di sopraflutto della lunghezza di 470 m e da un molo di sottoflutto di 180 m.
L’imboccatura tra la testata del molo di sottoflutto ed il molo di sopraflutto rimane esposta alle traversie di greco-levante e di tramontana greca che generano fenomeni che producono notevoli disturbi all’ormeggio e, quindi, limitazioni alla possibilità di una maggiore ricettività e funzionalità.
Il porto risente inoltre della mancanza, oltre che delle normali attrezzature tipiche degli standards qualitativi dei porti, anche di un sistema di percorsi pedonali che consentano l’accesso e la fruizione lungo tutto il perimetro interno. Il rifiorimento del carburante è affidato ad un distributore installato sulla banchina antistante la darsenetta della Lega Navale.
La presenza delle imbarcazioni da diporto è affidata a due pontili galleggianti e ad alcune concessioni private.
Particolarmente congestionato viene descritto il traffico lungo le strade che costeggiano il bastione.
Ad oggi la flottiglia peschereccia di Bisceglie trova riparo nel bacino interno a ridosso del molo di sottoflutto.
Sono presenti, inoltre, numerose piccole imbarcazioni di pescatori dediti alla pesca locale, anche come attività sportiva.
Queste imbarcazioni trovano ormeggio lungo la banchina adiacente il molo di sottoflutto e lungo lo scivolo opposto.
Il Piano Regolatore del Porto si prefigge quindi di razionalizzare gli spazi prevedendo un bacino destinato ai pescherecci della flottiglia, di risolvere il problema dello scarico del pescato, fornire locali di deposito per gli attrezzi, assicurare gli interventi di manutenzione e di pronte riparazioni di danni alle imbarcazioni, nonché ottimizzare le condizioni di contrattazione e di vendita del pescato mediante la realizzazione di apposita adeguata struttura.
Le principali strutture marittime previste dal piano consistono nella costruzione di una diga antemurale a protezione dell’intero bacino portuale, la costruzione della banchina lungo il molo di ponente ed un pennello nella testata del molo di levante al fine di eliminare il fenomeno dell’inghiaiamento e di aggiramento dell’attuale testata.
L’intero specchio acqueo di progetto presenta una diversa disposizione planimetrica rispetto all’attuale.
Il porto peschereccio viene collocato lungo il molo di ponente, di cui si prevede l’allargamento della banchina per un totale di 11,50 m, al fine di ottenere una larghezza sufficiente per il transito nei due sensi dei mezzi di trasporto del pescato e di assistenza ai pescherecci.
Il porto turistico, invece, è previsto all’interno del bacino storico e lungo l’asse viario che collega i due moli, ed avrà a disposizione circa 750 posti barca, con priorità per le imbarcazioni fino a 7 m.
La presenza della cosidetta "Cassa", all’interno del bacino portuale, costituisce il punto di partenza per il posizionamento dei pontili galleggianti.
Lungo il molo di levante, mediante due pontili, si accede alle imbarcazioni di media stazza.
Per consentire l’ormeggio alle imbarcazioni in transito, sono previsti circa 30 m di banchina e circa 50 m di pontile a ridosso dell’area per l’ufficio locale marittimo.
Per quanto attiene i servizi alle imbarcazioni, sui pontili trovano posto le colonnine per la distribuzione di energia elettrica, acqua potabile e carburante.
Stante "la consolidata configurazione edilizia dell’area portuale" si è proceduto ad individuare gli edifici esistenti e gli spazi disponibili di proprietà comunale al fine di collocare i servizi portuale e la zona tecnica.
L’attuale sede del mercato ittico, ristrutturata, viene destinata ad accogliere i servizi portuali: Uffici della Direzione e Amministrazione del Porto, Guardia Medica, servizi igienici, ecc.
Il nuovo mercato ittico è, invece, previsto alla radice del molo di ponente con i necessari spazi per la contrattazione, le celle frigorifere, la cella di produzione del ghiaccio, direzione ed amministrazione, i servizi, ecc.
Per l’Ufficio Locale Marittimo, che attualmente è annesso all’interno dell’edificio del mercato ittico, è prevista una propria struttura ed un’area di pertinenza corredata da una banchina di ormeggio apposita.
Il Piano Regolatore del Porto indica anche le aree per migliorare la viabilità e dotare l’area portuale di un adeguato numero di parcheggi, fra questi principalmente lo spazio adiacente l’attuale mercato ittico e l’area del vecchio macello.
Nella relazione di accompagno vengono individuate, ai fini della realizzazione degli interventi previsti, due distinte fasi.
"Una prima fase prevede la realizzazione del porto turistico, limitatamente alla zona prospiciente la Via Nazario Sauro, l’ultimo tratto di Via la spiaggia, il banchinamento lungo Via della Libertà, la realizzazione di un martello alla testa del molo di Levante e la realizzazione della prima parte del piazzale per la cantieristica navale che sarà destinato, nella seconda fase, all’Ufficio Locale Marittimo".
Lo scalo di alaggio e la banchina della zona cantieristica dovranno essere realizzati con celle antirisacca, al fine di contenere la riflessione del moto ondoso.
Nella prima fase, la banchina del martello da realizzare alla testa del molo di Levante potrà essere destinata alla flottiglia peschereccia.
Le rimanenti zone continueranno ad avere le attuali destinazioni d’uso.
La seconda fase prevede il completamento del Piano Regolatore Portuale, così come zonizzato negli elaborati grafici, con priorità per la realizzazione della diga antemurale.

C O N S I D E R A T O

Propedeuticamente alla trattazione degli aspetti di merito, le Sezioni ritengono opportuno anteporre alcune considerazioni sulla generale questione inerente l’obbligatorietà o meno del parere di questo Consesso sui Piani Regolatori dei Porti di categoria II° - classe IV°, questione sollevata dalla Direzione Generale delle Opere Marittime con nota del 05.11.1999 n. 6809 Div. II°.
Porti di tale classificazione, che saranno presumibilmente riclassificati (con apposito decreto ministeriale) nella categoria II° - classe III° come da Legge n. 84/1994, ricadono nella competenza regionale per quanto riguarda le attività di "programmazione, pianificazione, progettazione ed esecuzione degli interventi di costruzione, bonifica e manutenzione" (art. 105 – comma 2 – lettera "e" del D. Lgs. n. 112/1998).
Non sembra però modificata dal D.Lgs n. 112/1998 la procedura tecnico-amministrativa compresa tra l’adozione e l’approvazione del piano stesso, così come strutturata dalla Legge n. 84/1994.
A parere della Sezione, infatti, il legislatore, che cita esplicitamente la Legge n. 84/1994 all’art. 105 – comma 1 del D.Lgs n. 112/1998, avrebbe ragionevolmente rimodulato e/o ristrutturato in modo esplicito la procedura in parola nel caso avesse voluto conferire a distinti soggetti la competenza all’espressione dei pareri tecnico e ambientale sul PRP (rispettivamente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e della Commissione VIA del Ministero dell’Ambiente).
Del resto, il comportamento amministrativo della competente Autorità Marittima si colloca anch’esso entro la medesima interpretazione del combinato disposto delle citate norme.

Aspetti urbanistico-territoriali
Per quanto attiene la disamina di merito, le Sezioni ritengono opportuno sottolineare, in via preliminare, la necessità che le previsioni di sviluppo e le destinazioni d’uso contenute all’interno di un P.R.P. siano correlate al quadro della pianificazione urbanistica di riferimento, al fine di un loro corretto inserimento nel sistema di organizzazione territoriale che interagisce con la struttura portuale.
In tale ottica si segnala, per il caso di specie, la mancanza in atti di qualsiasi documentazione relativa alla strumentazione, sia a livello territoriale che di ambito urbano, soprattutto in ordine alle ipotesi di sviluppo e agli interventi di precipuo interesse urbanistico contenuti nel piano, che investono il retroterra del porto.
E’ indispensabile che detti interventi si correlino con le previsioni di assetto della città che accoglie il comprensorio portuale.
Tale circostanza non ha pertanto consentito di valutare compiutamente la validità delle previsioni contenute nel Piano Regolatore del Porto di Bisceglie, sia a livello di consistenza e localizzazione delle attrezzature marittimo-portuali, che di generale zonizzazione o di ipotesi di sviluppo che investono il territorio d’influenza.
Giova inoltre sottolineare che non risulta delimitato lo stesso ambito portuale rispetto al tessuto urbano che lo accoglie, così che non vengono identificate, e quindi opportunamente caratterizzate, le aree di confine rispetto alle quali, fra l’altro, si misura il livello di qualità progettuale e d’efficacia di un piano regolatore portuale.
Più in dettaglio, l’assenza di elementi di correlazione tra la viabilità interna dell’area portuale e la più vasta rete di infrastrutturazione viaria a scala territoriale ed urbana, non consente di valutare compiutamente, ad esempio, la validità della scelta operata di spostare le attrezzature del mercato ittico presso l’innesto del molo di ponente, in prossimità dello svincolo della litoranea.
Inoltre, non si ravvisano i provvedimenti presi, sempre per quanto attiene la circolazione veicolare, in ordine ai problemi di congestione che si lamentano a ridosso dei bastioni.
Si segnala, ancora, la necessità di una più puntuale definizione dei percorsi pedonali, attraverso il cui recupero si potrebbe accrescere il livello di permeabilità del tessuto verso il mare ed il recupero percettivo della qualità architettonica di alcuni affacci.
Desta, infine, qualche perplessità la scelta di destinare alla funzione turistica l’area del vecchio porto. Ciò soprattutto in termini di compatibilità tra la realizzazione del circolo nautico con la circostante configurazione architettonica (i bastioni), compatibilità che dovrà essere ricercata con opportune soluzioni.
Si lamenta, infine, un salto di scala nella definizione delle previsioni contenute nel piano, passando lo stesso – come già evidenziato – da una zonizzazione di massima dei servizi e delle attrezzature marittimo-portuali, di cui peraltro non vengono fornite adeguate analisi e conseguenti stime, alla puntuale descrizione dei sistemi di attracco o di erogazione dell’acqua e del carburante, fino alle modalità realizzative della pavimentazione delle banchine.

Aspetti idraulico-marittimi
L’adottato PRP è del tutto privo di qualsivoglia caratterizzazione ingegneristica, da ricercarsi mediante la redazione degli usuali studi e la conduzione delle verifiche tecniche del caso a supporto delle scelte di piano.
Più in particolare:

  • manca una copia del PRP vigente, donde valutare la "portata" degli interventi previsti in variante;
  • è assente una giustificazione tecnico-economica della scelta di realizzare un antemurale di siffatta portata a ulteriore protezione del bacino portuale. E’ ragionevole ipotizzare che soluzioni alternative più consuete (prima tra tutte il semplice prolungamento del molo foraneo di sopraflutto) possano garantire il perseguimento degli obiettivi di piano con costi decisamente più contenuti. E’ del tutto evidente, infatti, come la realizzazione interamente via mare del proposto antemurale sia una scelta poco felice sotto il profilo tecnico-economico;
  • occorre inoltre integrare gli elaborati di piano con considerazioni: sulla natura dei fondali interessati dalle nuove opere (fattibilità geotecnica); sulla manovra di entrata delle imbarcazioni e loro evoluzione interna; sull’eventuale impatto delle opere stesse con la dinamica litoranea (equilibrio della costa; insabbiamento/inghiaiamento della imboccatura); sui costi delle opere.
Tutto ciò premesso e considerato, le Sezioni, all’unanimità, sono del

P A R E R E

che la proposta di Piano Regolatore del Porto di Bisceglie, adottato dalla competente Autorità Marittima con decreto n. 108 del 10.09.1999, debba essere restituita per essere rielaborata alla luce delle osservazioni contenute nei considerato che precedono.