TERZA SEZIONE

                Seduta del 22.04.98
                        Voto n.172

OGGETTO:
Comune di Castellammare di Stabia. Contratto d’area Torrese-Stabiese. Rilascio di concessione demaniale marittima pluriennale per la realizzazione e gestione del porto turistico di Castellammare di Stabia.
NAPOLI

LA SEZIONE

VISTA la nota n. 1752 – Div. 2^ OM NA D4 – in data 09.04.1998, con cui la Direzione Generale delle OO.MM. ha trasmesso per esame e parere il progetto del porto turistico indicato in oggetto;

ESAMINATI gli atti pervenuti;

UDITA la Commissione Relatrice (Ranieri, Noli, Iannelli, Del Gaizo).

PREMESSO

Come riferiscono i progettisti nella relazione generale di accompagnamento al progetto, "la realizzazione del porto turistico di Castellammare di Stabia si prefigge il raggiungimento dei seguenti obiettivi:

  • "dotare la costa campana di una infrastruttura portuale turistica adeguata alla domanda esistente sia di rimessaggio annuale che di ormeggio in transito, costituendo nello stesso tempo un importante punto di riferimento per lo sviluppo del turismo nautico;
  • "consentire la riconversione dell’azienda industriale CMC, con il recupero degli edifici e delle infrastrutture esistenti;
  • "creare un significativo numero di posti di lavori sia diretti che indiretti;
  • "contribuire al recupero ambientale di una parte della città particolarmente degradata, con la costituzione di un polo di interesse turistico e per l’interna città, ad integrazione delle infrastrutture sportive e commerciali esistenti.
"Nella considerazione che il nuovo impianto non viene realizzato in una zona di pregevole valenza ambientale, le caratteristiche del porto in progetto saranno improntate alla massima efficienza e daranno una risposta di supporto tecnico alla domanda di servizi nautici che si manifesterà nell’area.
"In questa logica dovranno essere estremamente curati i servizi tecnici e di assistenza (rimessaggi, servizi d’officina, piccoli cantieri di riparazione e manutenzione, servizi ricambi ed assistenza, veloci e moderni sistemi di alaggio e trasporto delle imbarcazioni). Tutto ciò comporta che, in massima parte, il porto sarà protetto e scarsamente frequentabile. Il nuovo porto rappresenterà un’innovazione nel tessuto urbanistico della città e creerà indubbiamente una serie di aspettative da parte della cittadinanza.
"Il nuovo porto è in una zona nella quale storicamente la fruizione del litorale e del mare è sempre stata negata e pertanto non è opportuno perpetrare tale condizione negativa. Il progetto quindi sarebbe molto più accettato dalla città se si riuscisse a creare un nuovo luogo di piacevole utilizzo dell’ambiente mare.
"L’iniziativa portuale, nel suo complesso, garantisce la creazione di un numero significativo di posti di lavoro che in via diretta o indotta, possono essere quantificati in non meno di 275 unità nelle diverse qualifiche e specializzazioni, comprendendo gli impieghi fissi e quelli stagionali, da considerare normalmente nel rapporto da 1 a 3.
"Questi obiettivi e la realizzazione stessa del Porto Turistico Marina di Stabia si possono ottenere mediante l’applicazione degli strumenti straordinari predisposti dal Governo al fine di attuare interventi straordinari nelle aree di crisi.
"Da pochi mesi il Governo ha istituito un nuovo strumento d’intervento nelle aree di crisi: ‘il contratto d’area’ che tende a favorire nuovi investimenti produttivi garantendo velocità e certezza dell’azione amministrativa e concomitanza nelle decisioni delle diverse amministrazioni interessate al rilascio dei vari permessi.
"Castellammare di Stabia è da tempo ritenuta ‘area di crisi’ per cui è stata scelta dal Governo quale territorio pilota per la sperimentazione del nuovo strumento del ‘contratto d’area’.
"L’iniziativa della costruzione del nuovo porto turistico di Castellammare di Stabia si inserisce perfettamente nelle finalità previste dal ‘contratto d’area’ per l’area di crisi Torrese-Stabiese tanto è vero che, già in sede del Comitato per il coordinamento delle iniziative per l’occupazione insediato presso la Presidenza del Consiglio, ha ottenuto i primi consensi.
"Nell’ambito del ‘contratto d’area’ potranno essere sottoscritti accordi di programma quali atti conclusivi di conferenze di servizi che possono portare anche ad una celere modifica degli strumenti urbanistici per la realizzazione di interventi ritenuti idonei alle finalità del nuovo strumento per la risoluzione dei problemi delle aree di crisi. In questa prospettiva il progetto del nuovo porto dovrebbe essere presentato al Comune di Castellammare di Stabia per essere approvato in Consiglio Comunale quale intervento, conforme alle direttrici del più generale piano di sviluppo della città, da inserire nel ‘contratto d’area’.
"Il porto si sviluppa, nelle sue aree a terra, lungo la via De Gasperi, che lo collega in modo diretto con il centro di Castellammare di Stabia e, a nord, con la viabilità ordinaria dell’area vesuviana.
"Potrà usufruire del progettato collegamento rapido (bretella) con l’autostrada Napoli-Salerno.
"Inoltre la presenza della linea ferroviaria, dell’aeroporto di Capodichino e dei collegamenti marittimi, consente di definire ottimale la localizzazione del porto.
"La particolare localizzazione del porto, la sua vicinanza ad aree ad alta densità abitativa ed elevata vocazione turistica e l’elevato valore storico e culturale di emergenze ambientali come l’area Napoletana e Vesuviana e le città di Ercolano e Pompei, oltre alle potenzialità intrinseche di Castellammare di Stabia, hanno suggerito di impostare il progetto in modo da favorire sia la creazione di un importante centro di supporto alle attività della nautica da diporto, dotato di tutti i servizi essenziali, che di un nucleo di attrazione per i transiti marittimi privati e pubblici, e per attività collettive di interesse generale per la città Stabiense".
Il porto turistico di Marina di Stabia è ubicato lungo il litorale di Castellammare di Stabia, a nord della stessa città, in una zona molto vicina al corso del fiume Sarno, che costituisce il confine naturale tra i Comuni di Castellammare di Stabia e di Torre Annunziata.
In particolare, la proprietà della ditta CMC confina a nord con lo stabilimento industriale Meridbulloni, a sud con la proprietà Barbella, a est con la via di collegamento con Castellammare di Stabia (via De Gasperi) e ad ovest con il mare.
L’intervento si sviluppa in parte a mare ed in parte a terra, occupando sia aree demaniali marittime (specchio acqueo ed arenile) che aree di proprietà privata in parte già edificate ed aree demaniali marittime (arenile) già assentite in concessione alla CMC S.p.A. la cui attività è attualmente sospesa, essendo stato avviato il procedimento di liquidazione dell’azienda manufatturiera.
Il progetto prevede la realizzazione delle seguenti opere:
  1. opera di difesa a mare, costituita da un molo di sopraflutto della lunghezza di circa 900 m, impostato sulla batimetrica –9 ¸ 10 m s.l.m.m., costruito con corpo a gettata di massi, masso di coronamento e paramento paraonde in c.a. che si eleva sino a +6,50 m s.l.m.m., rivestimento protettivo a mare in tetrapodi in calcestruzzo, banchinamento interno a cassoni antiriflettenti in c.a., ad esclusione della zona di avamporto e testata dove il paramento interno è realizzato con rivestimento in massi di pietra naturale;
  2. opera di difesa a mare, costituita da un molo di sottoflutto, ortogonale al molo di sopraflutto ed alla linea di riva, che si sviluppa per una lunghezza di circa 300 m, costituito da gettata di massi, masso di coronamento in c.a. che si eleva sino a +3,00 m s.l.m.m. e banchinamento interno a cassoni antiriflettenti in c.a.;
  3. salpamento delle esistenti opere di difesa a mare parallele alla linea di riva e reimpiego dei massi, ove possibile, per la realizzazione delle nuove opere di difesa;
  4. opere di difesa a mare, costituite da molo di sopraflutto in gettata di massi, rivestimento in massi naturali e masso di coronamento in c.a. e molo di sottoflutto in gettata di massi, rivestimento esterno in tetrapodi in calcestruzzo e masso di coronamento in c.a. per la protezione della darsena alaggi e vari, separata dal bacino principale di ormeggio;
  5. opere di dragaggio del bacino di ormeggio e del bacino alaggi e vari per ottenere l’adeguato tirante d’acqua (3,5 – 4 m) ove attualmente carente;
  6. formazione di un terrapieno, con protezione a mare in massi naturali, costituente cassa di colmata, adeguatamente protetta, per il materiale dragato e destinato a creare area di servizio e rimessaggio all’asciutto della Zona Tecnica. Il materiale costituente, oltre a quanto proveniente da dragaggi, sarà dato da tout-venant di cava o detriti inerti;
  7. attrezzatura, con pontili di ormeggio fissi e galleggianti, e con tutte le necessarie infrastrutture di servizio, del bacino principale di ormeggio;
  8. attrezzatura degli spazi esterni a terra di servizio al bacino principale di ormeggio e della darsena alaggi e vari;
  9. ristrutturazione dell’esistente complesso industriale, con parziale riuso e parziale demolizione e ricostruzione dei fabbricati.
Le opere di ristrutturazione dei fabbricati industriali prevedono essenzialmente la costruzione di una piastra di servizi che si svilupperà sotto la parte centrale e meridionale del complesso e ospiterà in maggior parte i parcheggi per auto degli utilizzatori del Marina e dei suoi servizi, oltre a consentire gli accessi alle unità commerciali all’ingrosso che si affacciano sul viale A. De Gasperi ed alle diverse attività che sono ospitate nei fabbricati ristrutturati, secondo le destinazioni d’uso concordate con l’Amministrazione Comunale.
Su tale piastra, alla quota +4,50 m s.l.m.m. si svilupperanno tutti i percorsi pedonali pubblici del Porto, con visuale sul bacino portuale e, data l’altezza, anche oltre le opere di difesa a mare.
Ai piani superiori verranno effettuati interventi di ristrutturazione che coinvolgeranno tutti i fabbricati esistenti per adeguarli alle nuove funzioni, che rivestiranno ancora in parte il carattere industriale.
Nella zona Nord del complesso, infatti, è prevista la presenza di un servizio di rimessaggio di imbarcazioni all’asciutto, che si svolgerà in parte all’aperto ed in parte al coperto, all’interno di un capannone esistente adeguatamente ristrutturato. Opereranno inoltre officine varie a supporto tecnico dell’attività nautica.
Una parte dei fabbricati sarà demolita e ricostruita per realizzare un centro di servizi e residenza (foresteria), collegata al Circolo Nautico.
Infine il centro del Porto sarà identificato da una piazza pedonale che si affaccia sul bacino principale ed è collegata con tutti i percorsi pedonali che accedono alle diverse realtà presenti.
L’uso del suolo e dello specchio d’acqua quindi sarà quello tipico dell’attività di ormeggio e rimessaggio delle imbarcazioni da diporto, integrata da servizi, quali:
  1. manutenzione (officine e laboratori artigianali vari per tutte le esigenze dell’imbarcazione);
  2. vendita di imbarcazioni, accessori e parti di ricambio;
  3. costruzione e assemblaggio di imbarcazioni;
  4. noleggio e commercializzazione di imbarcazioni usate;
  5. attività commerciale varia all’ingrosso ed al minuto nell’ambito di un centro commerciale;
  6. attività sportiva con la realizzazione di una piscina e di una palestra;
  7. attività promozionale ed espositiva per le produzioni locali nell’ambito di un’area a ciò destinata del centro commerciale;
  8. parcheggio auto;
  9. attività ricettiva ed amministrativa-organizzativa nell’ambito della foresteria e del Circolo Nautico;
  10. attività di controllo della navigazione e di sorveglianza;
  11. attività varie di intrattenimento e di aggregazione al servizio della città.
Il progetto prevede una ricettività di 1130 posti barca all’ormeggio e di 314 barche all’asciutto. Inoltre, lungo il molo di sottoflutto all’estremità sud dell’area portuale, è stato individuato un ampio tratto di banchina dello sviluppo di m 170, in grado di ospitare oltre 10 unità da trasporto passeggeri. La superficie totale richiesta in concessione è di m2 402.924 di cui m2 373.791 di specchio acqueo e m2 29.133 di aree a terra.
Come risulta dalla relazione generale e dall’elaborato "stima" allegato al progetto l’importo totale previsto dei lavori, comprese le spese generali e l’utile dell’impresa, ammonta a £ 110.964.574.400.
La società C.M.C. S.p.A. e S.T.I.S. S.p.A. , rappresentanti la parte privata del "projet financing" in via di realizzazione, hanno recentemente trasmesso al Consiglio Superiore dei LL.PP., ad integrazione degli elaborati progettuali, lo studio di impatto ambientale, che è stato acquisito come atto aggiuntivo del progetto, n° di prot. 341 in data 14.04.98 da questa Sezione.
Tale studio si compone dei seguenti capitoli:
  • generalità;
  • descrizione generale;
  • valutazione delle alternative;
  • verifica di compatibilità;
  • studio sui prevedibili effetti della realizzazione dei lavori e dell’esercizio dell’opera sulle componenti ambientali;
  • condizioni dell’ambiente locale;
  • morfologia e geologia della zona;
  • impiego e smaltimento dei materiali di risulta del dragaggio;
  • impatto visivo;
  • valutazione dell’entità del trasporto litoraneo e della sua interazione con l’opera portuale;
  • presenza del fiume Sarno;
  • circolazione idrica;
  • variabilità dei livelli idrici nella darsena;
  • accesso da terra – viabilità;
  • accesso da mare – navigabilità;
  • protezione dagli agenti meteo-marini;
  • ricettività;
  • costo delle opere;
  • durabilità delle strutture;
  • misure di compensazione ambientale;
  • norme di tutela ambientale.
Al predetto studio sono stati allegati tre elaborati: tavole fuori testo, documentazione fotografica e carte tematiche e simulazione degli scenari.
L’ufficio del Genio Civile per le OO.MM. di Napoli con nota n.940 in data 27.02.98 ha interessato della questione la Direzione Generale delle OO.MM., riferendo tra l’altro che con nota n. 5173260 G/657 in data 23.12.97 il Ministero dei Trasporti e della Navigazione- Direzione Generale del Demanio marittimo e dei Porti- ha indetto una Conferenza dei Servizi per il giorno 30.04.98, al fine di acquisire i pareri necessari per la realizzazione del porto turistico di Castellammare di Stabia.
Nella citata lettera l’Ufficio di Napoli, che aveva esaminato il progetto ancora privo del citato Studio di impatto ambientale, oltre a rilevare alcune carenze progettuali relative alla Relazione generale, alla Relazione idraulica, alle tavole grafiche, alla stima dei lavori e al piano economico (carenze che saranno trattate nei successivi "considerato" del presente voto) riferisce quanto segue:
"Si fa altresì presente che la zona in cui si prevede l’esecuzione dei lavori portuali ricade nell’ambito di competenza dell’Autorità di Bacino di rilievo regionale del fiume Sarno, ed è interessata da altri lavori, per cui andrebbe verificata la compatibilità degli uni con gli altri.
"In particolare, nulla si dice, nel progetto di cui trattasi, riguardo alla possibile interazione fra opere portuali previste e:
  • "sistemazione della zona di foce prevista con il progetto delle ‘Opere di difesa a mare a protezione dello sbocco del fiume Sarno – Legge 183/89 – Delibera Giunta Regionale del 28.6.1992’ (vedi voto Consiglio Superiore LL.PP. n. 508, reso nella adunanza della 3^ Sezione in data 22.10.97);
  • "scogliere soffolte ed emissario sottomarino eseguiti con il progetto relativo a ‘Impianto di depurazione alla foce del fiume Sarno (Progr. n. PS 3/120)’ del Consorzio CONSARNO".
L’Ufficio di Napoli conclude la sua lettera riferendo che trasmette una copia degli elaborati progettuali pervenuti, al fine di acquisire il parere del Consiglio Superiore dei LL.PP. – 3^ Sezione – in merito alla tutela del bene demaniale marittimo ai sensi dell’art. 12 del Regolamento per l’Esecuzione del Codice della Navigazione.
Il Dirigente Tecnico di Zona, interessato dalla Direzione Generale delle OO.MM. per un preliminare esame e parere sul progetto, con nota n. 20 in data 26/3/1998 ha ritenuto che il progetto fosse meritevole di essere sottoposto all’esame del Consiglio Superiore dei LL.PP. per l’espressione del parere definitivo, "nei limiti dell’attuale definizione progettuale", formulando alcune osservazioni sul progetto stesso.

CONSIDERATO

Preliminarmente la Sezione, nel prendere atto degli obiettivi che la realizzazione del previsto porto turistico a Marina di Stabia si prefigge di raggiungere, riconosce la presenza di alcuni fattori indubbiamente positivi nella prevista localizzazione di un porto turistico sulla costa tra le città di Castellammare di Stabia e di Torre Annunziata, in una zona fortemente degradata e dove sono presenti edifici industriali abbandonati. Tali fattori si possono così sintetizzare:

  • la domanda di posti barca nella zona è molto elevata, per cui ci sono i presupposti per un investimento redditizio;
  • essendo un’area di crisi sotto l’aspetto occupazionale, assume grande importanza la creazione di nuovi posti di lavoro;
  • si ottiene un recupero ambientale di una zona periferica della città particolarmente degradata, che comprende edifici industriali abbandonati e una spiaggia inutilizzabile.
Il progetto all’esame della Sezione è stato definito "preliminare" nella nota citata in premesse del Ministero dei Trasporti e della Navigazione ed in tale ottica viene esaminato, anche alla luce del D.P.R. 02/12/1997, n. 509, il Regolamento che disciplina il procedimento di concessione di beni del demanio marittimo per la realizzazione di strutture dedicate alla nautica da diporto.
Pur se gli elaborati progettuali presentati, con le integrazioni successivamente pervenute, quali lo Studio di impatto ambientale, che contiene anche elementi progettuali caratteristici della relazione generale e della relazione tecnica, si possono ritenere in generale sufficientemente esaustivi, completi e corretti a livello di progetto preliminare, si formulano nel seguito alcune osservazioni e prescrizioni puntuali.
  1. Tenuto conto che la zona è classificata sismica con grado di sismicità S = 9, tenuto conto dell’eventuale liquefacibilità degli orizzonti sabbiosi e limosi del sottosuolo (come riferito a pag. 43 dello Studio di impatto ambientale), è necessaria una più estesa campagna di indagini geotecniche e la conseguente verifica di compatibilità delle previste strutture in relazione alle caratteristiche dei terreni di sedime.
  2. Tenuto conto degli effetti prodotti dal trasporto solido litoraneo, si prevedono insabbiamenti di rilevante entità per il bacino secondario posto a Nord di quello principale (dove è situato lo scalo di alaggio). Pertanto, è da studiare una diversa conformazione di tale bacino, se non una sua eliminazione con conseguente ampliamento del bacino principale.
  3. Come rilevato dall’Ufficio del Genio Civile per le OO.MM. di Napoli e riportato nelle premesse, è necessario un coordinamento e una verifica di compatibilità tra le altre opere previste nella zona (in particolare le scogliere soffolte) e le opere di cui al progetto in esame.
  4. Perché il porto turistico in argomento possa avere un’accettabile fruibilità sotto l’aspetto ambientale, è necessario che sia altresì portato a compimento l’auspicato programma di risanamento del fiume Sarno, tassello fondamentale del ben noto progetto di disinquinamento del Golfo di Napoli. Pertanto, le Amministrazioni deputate a tale intervento di risanamento dovranno assumere precisi impegni temporali sulla realizzazione delle opere, che siano compatibili con i tempi di ultimazione del porto turistico.
  5. Va effettuato uno studio più approfondito circa le necessità di ricambio di acqua tra l’interno e l’esterno del bacino portuale, prevedendo all’uopo canali di collegamento di idonea sezione e posizionamento, oltre a tutti quegli accorgimenti tecnici ed impiantistici mirati al collettamento, al trattamento e allo smaltimento delle acque reflue prodotte nel porto.
  6. Dovranno essere effettuate previsioni progettuali più dettagliate per la manutenzione e il monitoraggio sia dell’opera in argomento che delle componenti ambientali influenzate dall’opera stessa.
  7. Tenuto conto dell’opportunità di limitare, per quanto possibile, la quota di sommità dell’opera di difesa e di utilizzare preferibilmente materiali naturali ben inseriti nell’ambiente, si suggerisce di valutare anche soluzioni alternative alle difese con tetrapodi, come per esempio le scogliere frangiflutto a berma. Una più attenta valutazione delle opere sotto gli aspetti tecnico-economico-ambientale porterà certamente ad un’ottimizzazione della sezione tipo delle opere foranee e anche dei banchinamenti interni.
  8. A livello di progetto definitivo dovrà essere approfondito lo studio dell’impatto delle previste infrastrutture sull’evoluzione dinamica della costa circostante.
La Sezione prende atto, infine, dell’accordo fra le Amministrazioni per l’attuazione del contratto d’area Torrese-Stabiese, stipulato in data 30/03/1998, circa la deroga agli strumenti urbanistici vigenti e in tale ottica ritiene di non doversi esprimere sulla complessa problematica urbanistica.
La compatibilità urbanistica dell’intervento è un tema che verrà affrontato in sede di Conferenza dei Servizi e successivamente, in armonia con le procedure e le indicazioni del citato accordo.
Analogamente non ci si esprime per quanto riguarda la Valutazione di Impatto Ambientale, il cui pronunciamento sarà delle Amministrazioni competenti in materia.

Tutto ciò premesso e considerato, la Sezione, all’unanimità, è del

P A R E R E

CHE il progetto preliminare in argomento per il rilascio della concessione demaniale marittima pluriennale per la realizzazione e gestione del porto turistico di Castellammare di Stabia sia meritevole di approvazione sotto l’aspetto tecnico con le prescrizioni riportate nei precedenti "considerato"